giovedì 31 maggio 2012

Diario a margine del disastro

Sebbene abbia già pubblicato qualche post in cui accenno al terremoto in corso qui a pochi km da Modena, non avevo fin'ora voluto scriverne in modo diretto, forse per pudore, all'inizio c'era la speranza che si trattasse di un evento isolato, poi lo shock di capire che non era così e che il mondo intorno a me stava cambiando. Martedi mattina ci siamo trovati in guerra contro un nemico invisibile. In ospedale arrivavano i feriti, ci descrivevano in lacrime cosa era successo. Noi avevamo avvertito la prima scossa ma poi i telefoni sia fissi che mobili per lungo tempo non hanno funzionato, non era possibile sapere come stessero i nostri cari, potevamo solo immaginare che come sempre le "bombe" stessero cadendo più in là, e che presto sarebbero arrivati i pazienti. Spontaneamente molti colleghi medici e infermieri sono accorsi per dare una mano, ci siamo trovati insieme a gestire una emergenza che fin'ora avevamo sempre simulato, senza troppo crederci, usando manichini e attori. Lavorare aiuta a non pensare, e la mattina è trascorsa come in una sorta di giostra che girando vorticosamente ci portava avanti, suturando ferite, medicando e cercando una sistemazione per tutti. Durante la seconda forte scossa i pazienti meno gravi scappavano in strada, noi ci guardavamo negli occhi, immobili e in attesa....


Un'attesa che non è più finita, perchè in quel momento stavamo anche prendendo consapevolezza che non si tratta di un terremoto normale ma di un evento anomalo e imprevedibile che ci accompagnerà per giorni, mesi... E' difficile dormire in questi giorni. L'adrenalina, le continue piccole scosse che fanno sentire come in barca, come se il terreno sotto i piedi fosse liquido, la paura. Guardiamo con sospetto le nostre case, i nostri luoghi di lavoro: reggeranno questi muri?  La notte in tanti dormiamo fuori, ma per quanto tempo? Ci sono stati i morti, i feriti, ci sono migliaia di persone che hanno perso casa e lavoro, e c'è l'attesa. Siamo dentro ad una bolla dalla quale non credo riusciremo ad uscire facilmente, per molto tempo, anche quando tutto sarà, spero, lontano...

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